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03 10 2013 | Rimini | Fiducia no, fiducia sì. L'analisi. Secondo Lombardi gli 'alfaniani' se ne andranno a sinistra

Giovedì, 03 Ottobre 2013

tortora-chiaroRimini | Fiducia no, fiducia sì. L'analisi. Secondo Lombardi gli 'alfaniani' se ne andranno a sinistra 

 

Un "susseguirsi convulso degli eventi" il voto di ieri alle Camere, secondo il consigliere regionale del Pdl Marco Lombardi. "Noi nati in politica con la “discesa in campo di Berlusconi” ieri abbiamo vissuto un dramma personale e politico vero, perché vedere Alfano che magari in buona fede, forse per motivi nobili, dichiarando di voler tutelare Berlusconi, in pratica lo uccide politicamente, non è stato facile da capire".

 
La spiegazione. "Io tra i comportamenti anche strumentali di Berlusconi degli ultimi giorni (che comunque si sta giocando la sua sopravvivenza politica) e l’atteggiamento gratuito e punitivo del PD che da alleato pretende di applicare la Legge Severino senza neppure chiedere lumi alla Corte Costituzionale, solo per gratificare il proprio zoccolo duro, penso che sia stato più il secondo a mettere in pericolo il Governo ed a “fregarsene” del bene comune. Per questo rimprovero ad Alfano non tanto lo strappo finale, quanto di aver fatto poco, visto quanto è stimato oggi dalla sinistra, per convincerli ad aspettare che fosse il Tribunale di Milano, e non il Senato, ad escludere Berlusconi dalla vita politica".


Forse, successivamente, Lombardi esagera un po' quando parla dei moderati del Pdl come persone che hanno ceduto alle lusinghe della sinistra. "Questa è stata l’ennesima volta negli ultimi 18 anni in cui qualcuno di centro destra ha voluto rompere il proprio fronte in virtù del bene comune e delle lusinghe della sinistra e dei salotti buoni, mentre la sinistra in 18 anni non l’ha mai fatto ed anzi non si è fatta scrupolo di screditare all’estero il Governo pur di provare a metterlo in crisi".


Poi c'è il piano locale, dove "i rapporti personali devono a mio avviso rimanere intatti perché si fondano su solide basi e stima reciproca e perché non è certo il momento di alimentare rotture. Non è ancora chiaro il quadro nazionale ed i suoi sviluppi quindi non mi sento certo di giudicare da Rimini la scelta, credo travagliata, dell’onorevole Pizzolante a Roma, né di prevedere futuri scenari locali frutto di quella scelta. Mi sento invece di criticare politicamente l’eventuale formazione di gruppi autonomi (finora non avvenuta) perché avendo votato tutti la fiducia al Governo, sarebbero solo utili alla sinistra per concederle la possibilità di distinguere tra buoni o cattivi".


Come Pizzolante, anche Lombardi prende le distanze dagli estremisti. "Vorrei poi chiarire che per indole anche io non posso stare in un partito di estremisti e mal mi si addice l’etichetta di “falco” come da qualche parte ho visto, però non voglio neppure farmi prendere dalla sindrome di Stoccolma ed innamorarmi dei miei carcerieri, e quindi pur essendo un moderato, faccio mio quel detto secondo cui anche i moderati a volte si incartano. Sono anch’io irritato dalle sparate della Santanchè da cui non mi sento rappresentato, ma mi distinguo volentieri anche dalla melassa di Quagliariello".

 
Il giudizio complessivo della giornata di ieri. "È innegabile, infine, che la giornata di ieri abbia segnato una tappa fondamentale nell’evoluzione del centro destra, ma se la cruenta operazione Alfano non comporterà anche una identica rottura nel panorama del centro sinistra rimescolando il panorama politico, il rischio di un mero indebolimento della nostra parte e della annessione di una sua componente alla sinistra è reale".


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